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SALUTE: dallo replica uhren sport al benessere per tutti e ad ogni età, iWell desidera da quest'anno promuovere il nostro bene più prezioso: la nostra salute.Per fare questo è necessario dare una valenza diversa del concetto di attività fisica in palestra, che non deve essere più riservata principalmente ai giovani ed essere strettamente vincolata al raggiungimento di effimeri risultati estetici e alla performance colesterolo e trigliceridi come consigliati dalle linee guida internazionali. Gli effetti dei vari nutrienti sul livelli di lipidi e lipoproteine del plasma costituiscono la premessa fondamentale per il trattamento dietetico delle dislipidemie. Una buona alimentazione è la ricetta giusta per difendersi da ictus, infarto e persino dai tumori.
1. SOVRAPPESO-OBESITA' L'aumento del sovrappeso e dell'obesità ha raggiunto proporzioni epidemiche, che non si limitano a uno o a qualche paese del mondo sviluppato, ma è diventato un grave problema di salute a livello mondiale e richiede nuove soluzioni. Nei paesi sviluppati, l'obesità provoca maggiori incidenze di diabete, cardiopatie, tumori e molte altre gravi malattie. Proprio perché l'obesità è in crescita, è urgente sviluppare nuove linee guida e strategie d'informazione e di intervento.
PROTOCOLLO TERAPEUTICO DIETETICO Destinatari fascia di utenti terza età, soggetti in menopausa, osteoporosi, dislipidemici, diabetici, con malattie cardiovascolari
Finalità
1. Promuovere un maggiore consapevolezza riguardo il proprio modo di nutrirsi
2. Tendere ad un miglioramento della qualità della vita sviluppando tecniche di autovalutazione e autogestione alimentare
Contenuti Consulenze personalizzate Attività informativo-educative in gruppo Metodologia Di tipo partecipativo Strumenti Vari a seconda delle attività programmate: lucidi, videocassette, CD, computer, dispense, opuscoli Strutturazione a) Per le consulenze personalizzate: PRIMO COLLOQUIO
1. Accoglienza e presentazione (capacità relazionali)
2. Motivo della richiesta del colloquio (Qual è il problema? Come la posso aiutare?)
3. Raccolta dati anamnestici (anamnesi dello stato di salute remota e attuale, anamnesi familiare, storia del peso, anamnesi alimentare pregressa e attuale, raccolta dati antropometrici, analisi del livello dell'attività motoria praticata)
4. Valutazione dietetica
5. Illustrazione al cliente/famiglia del percorso terapeutico, descrizione dell'approccio e obiettivi terapeutici (attenzione alla discrepanza tra aspettative del cliente e quelle dell'operatore)
6. Definizione del contratto terapeutico
7. Formulazione equilibrio nutrizionale
8. Eventuale proposta della compilazione di un diario alimentare
9. Integrazione con l'equipe (valutazione medica, programmazione attività fisica)
IL CONTROLLO Il controllo nel tempo a cicli, è utile per una valutazione dell'efficacia del programma dietetico personalizzato.
INTERVENTO NUTRIZIONALE INDIVIDUALE SALUTE E ATTIVITA' FISICA
Gli effetti dannosi per la salute dell'inattività fisica La sarcopenia (Perdita di massa muscolare,forza e potenza) A 50 anni d'età molte persone hanno già perso circa il 10% della loro massa muscolare, e a 70 anni ne avranno perso circa il 70% . La perdita di forza muscolare è delle stesse proporzioni, se non maggiore. Gran parte dell'atrofia si osserva nelle FT (fibre veloci) e per questa ragione la potenza si riduce notevolmente. Questa perdita di massa muscolare si osserva soprattutto in persone fisicamente inattive. La sarcopenia ha conseguenze molto gravi. Infatti, produce un deterioramento della funzione fisica che può arrivare a rendere difficile alzarsi da una sedia, salire le scale, a produrre un passo abbastanza veloce da potere, ad esempio, attraversare una strada, e a mantenere l'equilibrio. La sarcopenia può provocare timore di muoversi e così dare inizio ad un circolo vizioso che conduce ad un progressivo deterioramento della funzione fisica.La mancanza di una sufficiente forza muscolare che provochi sollecitazione di trazione e torsione nelle ossa accelera la perdita di tessuto osseo e aumenta il rischio di osteoporosi. Sarcopenia significa anche una perdita di tessuto muscolare metabolicamente attivo,che porta ad una maggior massa grassa. Se si pensa al rapido aumento delle persone anziane nella popolazione, la sarcopenia rappresenta un serio problema per la salute pubblica. La mancanza di attivita fisica specialmente di un sovvraccarico muscolare è un importante fattore che aumenta e accelera lo sviluppo della sarcopenia. Osteoporosi e relative fratture L'osteoporosi à caratterizzata da una scarsa massa ossea e un deterioramento della microarchitettura del tessuto osseo. L'osteoporosi , normalmente, non presenta sintomi e per questa ragione molto spesso si sviluppa in modo molto insidioso. Durante la loro vita le donne perdono circa metà della loro massa ossea e un uomo è soggetto ad una diminuzione di circa il 30% di essa , ma vi sono forti differenze individuali. Circa il 70% delle donne sopra gli 80 anni presenta osteoporosi.La perdita di tessuto osseo aumenta la fragilità delle ossa e il rischio di fratture. In molte popolazioni il numero di fratture dovuto all'osteoporosi sta aumentando rapidamente. Il resto del rischio è spiegato da altri fattori, in particolare dalle cadute. Il rischio di fratture da osteoporosi può essere influenzato da inattività fisica in quanto questa aumenta il rischio sia di osteoporosi (perdita di massa muscolare e di conseguenza del benefico stimolo di trazione a livello osseo) sia di cadute (scarsa forza muscolare, scarsa mobilità articolare, deambulazione instabile, e scarso equilibrio). L'osteoartrite Clinicamente l'osteoartrite può essere definita una condizione che combina la patologia di una malattia con il dolore che si presenta quando l'articolazione è usurata. Il problema principale è la degenerazione della cartilagine articolare. L'insorgenza e il rischio di osteoartrite possono essere poste in relazione diretta o indiretta con l'attività fisica. Le strutture articolari, specie la cartilagine,hanno bisogno di frequenti carichi dinamici per mantenere nutrizione e struttura della cartilagine non vascolarizzata e la funzione dei tessuto adiacenti. L'immobilizzazione di una articolazione produce effetti da prima reversibili poi gradualmente irreversibili che vanno a detrimento della cartilagine articolare. L'inattività fisica accresce inoltre il rischio di soprappeso fattore che aumenta il rischio di osteoartrite specialmente nel ginocchio e nell'anca. Dolori nella regione inferiore della schiena La comprensione della fisiopatologia della sindrome è scarsa e,in circa l'85% dei casi non si individuano cause patologiche. Sembra che uno dei meccanismi sia che il dolore prodotto da un trauma o da una infiammazione dei tessuti provoca irritazione che a sua volta producono tensione muscolare diretta a ridurre il movimento che provoca dolore. Attualmente non ci sono prove evidenti che indicano che l'inattività fisica incrementi il rischio di mal di schiena. Sembra che l'inattività fisica sia invece nociva in persone che soffrono di mal di schiena. Sovrapeso e obesità Il rischio di incorrere in molti problemi di salute aumenta solo leggermente nel caso di un sovrapeso scarso o moderato, ma è significativamente maggiore nel caso di obesità. La causa più comune del soprappeso e dell'obesità è l'eccesso di assunzione di energia rispetto al suo consumo. Studi condotti su gruppi di persone mostra che un volume elevato di attività fisica è associato con un minor guadagno di peso. Per quanto riguarda l'obesità l'inattività fisica ha importanti conseguenze sulla salute non solo in quanto aumenta il rischio di questa condizione ma ne incrementa le conseguenze sulla salute specialmente le alterazioni del metabolismo. Ciò è confermato da dati secondo i quali il rischio di morte per qualunque causa, per patologie coronariche e diabete, ad esempio, è maggiore in soggetti obesi con una cattiva attività fisica o fisicamente meno attivi rispetto alla loro controparte di soggetti obesi con buona condizione fisica e fisicamente attivi. Diabete mellito di tipo 2 Il diabete di tipo 2 ( diabete adulto o non insulina-dipendente) è una patologia comune in rapido aumento. Un totale di circa 4 milioni di decessi all'anno sono attribuibili a complicanze dovute al diabete che diminuisce le speranze di vita di circa 15 anni, complicanze quali degenerazioni della retina che conducono alla cecità, patologie renali, patologie coronariche, ictus,amputazioni di arti (piede diabetico) problemi durante la gravidanza e malformazioni congenite. Esso è in rapido aumento in molte popolazioni e per il 2030 si prevede che la quantità di persone affette dal diabete di tipo 2 sarà superiore al doppio di quello attuale (World Health O 2002).Lo sviluppo di un diabete di tipo 2 è dovuto alla combinazione tra predisposizione genetica e fattori ambientali, e il suo tasso aumenta notevolmente con l'età.I fattori ambientali più importanti sono l'obesità, uno stile di vita sedentario e una dieta ricca di grassi saturi.Da un punto di vista patofisiologico il diabete di tipo 2 è caratterizzato da un graduale sviluppo della resistenza all'insulina del muscolo scheletrico e di altri tessuti per cui le cellule beta del pancreas producono una maggiore quantità di insulina.Se questo meccanismo compensatorio funziona, l'iperinsulinemia che ne risulta mantiene il livello del glucosio ematico entro i valori normali.In un grande numero di soggetti, però, la funzionalità delle cellule beta diminuisce gradualmente provocando una relativa insufficienza insulinica e uno stato di diabete iperglicemico.Numerosi studi prospettici hanno fornito la prova che l'inattività fisica aumenta dal 20 al 70% il rischio di sviluppare un diabete di tipo 2 (ACSM 2000).L'ipertensione La pressione arteriosa misura la forza esercitata dal sangue in circolazione sulla parete delle principali arterie.Livelli elevati di pressione danneggiano le arterie, il cervello, i reni, e altre parti del corpo, provocando vari cambiamenti strutturali e alla fine un deterioramento delle funzioni e danni agli organi interessati.Tra una pressione normale e una elevata non esiste una separazione netta, ma il valore limite sono concordate dagli esperti medici,sulla base dei dati di studi epidemiologici.Attualmente il limite tra pressione arteriosa normale (soddisfacente) e (leggermente) elevata è stabilito a 140/90 mmhg (World Health O 1999).Nel mondo, ci sono almeno 600 milioni di persone affette da ipertensione.Si stima che l'ipertensione causi annualmente sette milioni di decessi e le si può attribuire circa due terzi degli ictus e metà delle malattie cardiache.L´aumento del consumo di una dieta non sana e uno stile di vita sedentario, con il conseguente aumento del sovrappeso e dell´obesità, porteranno ad un ulteriore incremento dell´ipertensione (WHO 2002).Oltre il 95% dell´ipertensione è rappresentata da quella che viene definita ipertensione primaria o essenziale.I fattori di rischio dell´ipertensione essenziale comprendono fattori genetici, un elevato consumo di sale, grassi e alcool, la resistenza all´insulina e l´iperinsulinemia, lo stess psichico e l´inattività fisica.In alcuni studi epidemiologici, bassi livelli di attività fisica sono stati associati con un livello più elevato di pressione arteriosa e un rischio di circa il 30% maggiore di sviluppare ipertensione.La sindrome metabolica La sindrome metabolica rappresenta una costellazione di molteplici fattori di rischio di ipertensione, dislipidemia e diabete, che si uniscono tra loro e aumentano il rischio di diabete di tipo 2 , patologie cardiovascolari e morte precoce.Un individuo è considerato affetto da sindrome metabolica se sono presenti tre o più di questi fattori:ipertensione, glucosio ematico elevato,trigliceridi plasmatici elevati,colesterolo HDL basso e elevata circonferenza della vita.La sindrome è caratterizzata dalla resistenza all´insulina ed è nota anche come sindrome di resistenza all´insulina.La sindrome metabolica è un disturbo sempre più diffuso.Alla sua patogenesi contribuiscono molteplici fattori ma vi sono sicuramente coinvolti l´obesità, stile di vita sedentario uniti ad una dieta non sana e fattori genetici per lo più ancora sconosciuti.Il ruolo dell´obesità è chiaramente dimostrato dal dato che la sindrome metabolica era presente rispettivamente del 4,6%, nel 22,4% e del 59,6% dei maschi statunitensi di peso normale, in sovrappeso e obesi e lo stesso tipo di distribuzione è stato osservato nelle donne.L´inattività fisica è associata con un rischio notevolmente maggiore di sindrome metabolica.Il ruolo che svolge l´inattività fisica nella genesi della sindrome metabolica si rileva già nei giovani adulti come rapporto positivo tra ore di inattività,livello e numero dei fattori metabolici di rischio che costituiscono la sindrome .L´importanza dell´inattività fisica nella fisiopatologia della sindrome metabolica è dovuta al ruolo fondamentale del muscolo scheletrico nel metabolismo dei lipidi e dei carboidrati.Le malattie coronariche La cardiopatia coronarica o ischemia cardiaca è caratterizzata dalla graduale ostruzione delle arterie che nutrono il muscolo cardiaco, che provoca il graduale peggioramento della funzione di pompa del cuore.Nel mondo, la cardiopatia coronarica provoca ogni anno circa 7,2 milioni di decessi e oltre dieci milioni di attacchi cardiaci.L´elevata incidenza e la sempre maggior percentuale di malattia coronarica che si rileva in molti Paesi può essere attribuita in grande misura , a tre fattori : una dieta non sana , la mancanza di attività fisica e il fu; COLORO CHE VOGLIONO ESSERE CONSAPEVOLI DELLE LORO SCELTE ALIMENTARI ATTRAVERSO L'EDUCAZIONE ALIMENTARE AMPLIAMENTO SERVIZI: PROGRAMMA DI PROMOZIONE DELLA SALUTE PER LA TERZA ETA' PROTOCOLLO DIETETICO Il programma ha quattro aree d'intervento e soddisfa le più importanti linee guida nazionali ed internazionali: Per costruire insieme un percorso terapeutico Per costruire insieme un percorso terapeutico
1. MALATTIE CARDIOVASCOLARI, DISLIPIDEMIE, IPERTENSIONE La malattia cardiovascolare è una malattia causata dalla combinazione di diversi fattori di rischio, ed è proprio su tali fattori che dobbiamo intervenire in quanto è stato inequivocabilmente dimostrato che la loro modificazione riduce mortalità e morbidità in persone affette da tali malattie anche quando non sono ancora clinicamente manifeste. Le linee guida suggeriscono un approccio multidisciplinare volto al cambiamento di alcune abitudini acquisite sia nei pazienti cardiovascolari sia nelle persone a rischio. Chiaramente in caso di ipertensione, diabete e ipercolesterolemia o altre dislipidemie è necessario il consulto specialistico. Dovrebbero essere date indicazioni su come alimentarsi e su quali cibi scegliere per comporre una dieta che riduca al minimo il rischio cardiovascolare. Ciò significa anche riuscire a esercitare un controllo del peso nelle persone obese o in sovrappeso. Anche l'attività fisica, per quanto raccomandata in tutti i gruppi di età, deve essere commisurata con lo stato di salute e comunque associata sempre al livello minimo di rischio cardiovascolare. Il primo approccio nei pazienti con dislipidemia è rappresentato dalla dieta, indipendentemente dal tipo di difetto metabolico. La terapia dietetica è necessaria anche nel soggetti in cui si ravvisa l'opportunità di somministrare farmaci ipolipemizzanti e dovrebbe essere continuata indefinitamente. In alcuni casi il solo trattamento con dieta è sufficiente a raggiungere i valori desiderabili di colesterolo e trigliceridi come consigliati dalle linee guida internazionali. Gli effetti dei vari nutrienti sul livelli di lipidi e lipoproteine del plasma costituiscono la premessa fondamentale per il trattamento dietetico delle dislipidemie. Una buona alimentazione è la ricetta giusta per difendersi da ictus, infarto e persino dai tumori.
1. SOVRAPPESO-OBESITA' L'aumento del sovrappeso e dell'obesità ha raggiunto proporzioni epidemiche, che non si limitano a uno o a qualche paese del mondo sviluppato, ma è diventato un grave problema di salute a livello mondiale e richiede nuove soluzioni. Nei paesi sviluppati, l'obesità provoca maggiori incidenze di diabete, cardiopatie, tumori e molte altre gravi malattie. Proprio perché l'obesità è in crescita, è urgente sviluppare nuove linee guida e strategie d'informazione e di intervento.
PROTOCOLLO TERAPEUTICO DIETETICO Destinatari fascia di utenti terza età, soggetti in menopausa, osteoporosi, dislipidemici, diabetici, con malattie cardiovascolari
Finalità
1. Promuovere un maggiore consapevolezza riguardo il proprio modo di nutrirsi
2. Tendere ad un miglioramento della qualità della vita sviluppando tecniche di autovalutazione e autogestione alimentare
Contenuti Consulenze personalizzate Attività informativo-educative in gruppo Metodologia Di tipo partecipativo Strumenti Vari a seconda delle attività programmate: lucidi, videocassette, CD, computer, dispense, opuscoli Strutturazione a) Per le consulenze personalizzate: PRIMO COLLOQUIO
1. Accoglienza e presentazione (capacità relazionali)
2. Motivo della richiesta del colloquio (Qual è il problema? Come la posso aiutare?)
3. Raccolta dati anamnestici (anamnesi dello stato di salute remota e attuale, anamnesi familiare, storia del peso, anamnesi alimentare pregressa e attuale, raccolta dati antropometrici, analisi del livello dell'attività motoria praticata)
4. Valutazione dietetica
5. Illustrazione al cliente/famiglia del percorso terapeutico, descrizione dell'approccio e obiettivi terapeutici (attenzione alla discrepanza tra aspettative del cliente e quelle dell'operatore)
6. Definizione del contratto terapeutico
7. Formulazione equilibrio nutrizionale
8. Eventuale proposta della compilazione di un diario alimentare
9. Integrazione con l'equipe (valutazione medica, programmazione attività fisica)
IL CONTROLLO Il controllo nel tempo a cicli, è utile per una valutazione dell'efficacia del programma dietetico personalizzato.
INTERVENTO NUTRIZIONALE INDIVIDUALE SALUTE E ATTIVITA' FISICA
Gli effetti dannosi per la salute dell'inattività fisica La sarcopenia (Perdita di massa muscolare,forza e potenza) A 50 anni d'età molte persone hanno già perso circa il 10% della loro massa muscolare, e a 70 anni ne avranno perso circa il 70% . La perdita di forza muscolare è delle stesse proporzioni, se non maggiore. Gran parte dell'atrofia si osserva nelle FT (fibre veloci) e per questa ragione la potenza si riduce notevolmente. Questa perdita di massa muscolare si osserva soprattutto in persone fisicamente inattive. La sarcopenia ha conseguenze molto gravi. Infatti, produce un deterioramento della funzione fisica che può arrivare a rendere difficile alzarsi da una sedia, salire le scale, a produrre un passo abbastanza veloce da potere, ad esempio, attraversare una strada, e a mantenere l'equilibrio. La sarcopenia può provocare timore di muoversi e così dare inizio ad un circolo vizioso che conduce ad un progressivo deterioramento della funzione fisica.La mancanza di una sufficiente forza muscolare che provochi sollecitazione di trazione e torsione nelle ossa accelera la perdita di tessuto osseo e aumenta il rischio di osteoporosi. Sarcopenia significa anche una perdita di tessuto muscolare metabolicamente attivo,che porta ad una maggior massa grassa. Se si pensa al rapido aumento delle persone anziane nella popolazione, la sarcopenia rappresenta un serio problema per la salute pubblica. La mancanza di attivita fisica specialmente di un sovvraccarico muscolare è un importante fattore che aumenta e accelera lo sviluppo della sarcopenia. Osteoporosi e relative fratture L'osteoporosi à caratterizzata da una scarsa massa ossea e un deterioramento della microarchitettura del tessuto osseo. L'osteoporosi , normalmente, non presenta sintomi e per questa ragione molto spesso si sviluppa in modo molto insidioso. Durante la loro vita le donne perdono circa metà della loro massa ossea e un uomo è soggetto ad una diminuzione di circa il 30% di essa , ma vi sono forti differenze individuali. Circa il 70% delle donne sopra gli 80 anni presenta osteoporosi.La perdita di tessuto osseo aumenta la fragilità delle ossa e il rischio di fratture. In molte popolazioni il numero di fratture dovuto all'osteoporosi sta aumentando rapidamente. Il resto del rischio è spiegato da altri fattori, in particolare dalle cadute. Il rischio di fratture da osteoporosi può essere influenzato da inattività fisica in quanto questa aumenta il rischio sia di osteoporosi (perdita di massa muscolare e di conseguenza del benefico stimolo di trazione a livello osseo) sia di cadute (scarsa forza muscolare, scarsa mobilità articolare, deambulazione instabile, e scarso equilibrio). L'osteoartrite Clinicamente l'osteoartrite può essere definita una condizione che combina la patologia di una malattia con il dolore che si presenta quando l'articolazione è usurata. Il problema principale è la degenerazione della cartilagine articolare. L'insorgenza e il rischio di osteoartrite possono essere poste in relazione diretta o indiretta con l'attività fisica. Le strutture articolari, specie la cartilagine,hanno bisogno di frequenti carichi dinamici per mantenere nutrizione e struttura della cartilagine non vascolarizzata e la funzione dei tessuto adiacenti. L'immobilizzazione di una articolazione produce effetti da prima reversibili poi gradualmente irreversibili che vanno a detrimento della cartilagine articolare. L'inattività fisica accresce inoltre il rischio di soprappeso fattore che aumenta il rischio di osteoartrite specialmente nel ginocchio e nell'anca. Dolori nella regione inferiore della schiena La comprensione della fisiopatologia della sindrome è scarsa e,in circa l'85% dei casi non si individuano cause patologiche. Sembra che uno dei meccanismi sia che il dolore prodotto da un trauma o da una infiammazione dei tessuti provoca irritazione che a sua volta producono tensione muscolare diretta a ridurre il movimento che provoca dolore. Attualmente non ci sono prove evidenti che indicano che l'inattività fisica incrementi il rischio di mal di schiena. Sembra che l'inattività fisica sia invece nociva in persone che soffrono di mal di schiena. Sovrapeso e obesità Il rischio di incorrere in molti problemi di salute aumenta solo leggermente nel caso di un sovrapeso scarso o moderato, ma è significativamente maggiore nel caso di obesità. La causa più comune del soprappeso e dell'obesità è l'eccesso di assunzione di energia rispetto al suo consumo. Studi condotti su gruppi di persone mostra che un volume elevato di attività fisica è associato con un minor guadagno di peso. Per quanto riguarda l'obesità l'inattività fisica ha importanti conseguenze sulla salute non solo in quanto aumenta il rischio di questa condizione ma ne incrementa le conseguenze sulla salute specialmente le alterazioni del metabolismo. Ciò è confermato da dati secondo i quali il rischio di morte per qualunque causa, per patologie coronariche e diabete, ad esempio, è maggiore in soggetti obesi con una cattiva attività fisica o fisicamente meno attivi rispetto alla loro controparte di soggetti obesi con buona condizione fisica e fisicamente attivi. Diabete mellito di tipo 2 Il diabete di tipo 2 ( diabete adulto o non insulina-dipendente) è una patologia comune in rapido aumento. Un totale di circa 4 milioni di decessi all'anno sono attribuibili a complicanze dovute al diabete che diminuisce le speranze di vita di circa 15 anni, complicanze quali degenerazioni della retina che conducono alla cecità, patologie renali, patologie coronariche, ictus,amputazioni di arti (piede diabetico) problemi durante la gravidanza e malformazioni congenite. Esso è in rapido aumento in molte popolazioni e per il 2030 si prevede che la quantità di persone affette dal diabete di tipo 2 sarà superiore al doppio di quello attuale (World Health O 2002).Lo sviluppo di un diabete di tipo 2 è dovuto alla combinazione tra predisposizione genetica e fattori ambientali, e il suo tasso aumenta notevolmente con l'età.I fattori ambientali più importanti sono l'obesità, uno stile di vita sedentario e una dieta ricca di grassi saturi.Da un punto di vista patofisiologico il diabete di tipo 2 è caratterizzato da un graduale sviluppo della resistenza all'insulina del muscolo scheletrico e di altri tessuti per cui le cellule beta del pancreas producono una maggiore quantità di insulina.Se questo meccanismo compensatorio funziona, l'iperinsulinemia che ne risulta mantiene il livello del glucosio ematico entro i valori normali.In un grande numero di soggetti, però, la funzionalità delle cellule beta diminuisce gradualmente provocando una relativa insufficienza insulinica e uno stato di diabete iperglicemico.Numerosi studi prospettici hanno fornito la prova che l'inattività fisica aumenta dal 20 al 70% il rischio di sviluppare un diabete di tipo 2 (ACSM 2000).L'ipertensione La pressione arteriosa misura la forza esercitata dal sangue in circolazione sulla parete delle principali arterie.Livelli elevati di pressione danneggiano le arterie, il cervello, i reni, e altre parti del corpo, provocando vari cambiamenti strutturali e alla fine un deterioramento delle funzioni e danni agli organi interessati.Tra una pressione normale e una elevata non esiste una separazione netta, ma il valore limite sono concordate dagli esperti medici,sulla base dei dati di studi epidemiologici.Attualmente il limite tra pressione arteriosa normale (soddisfacente) e (leggermente) elevata è stabilito a 140/90 mmhg (World Health O 1999).Nel mondo, ci sono almeno 600 milioni di persone affette da ipertensione.Si stima che l'ipertensione causi annualmente sette milioni di decessi e le si può attribuire circa due terzi degli ictus e metà delle malattie cardiache.L´aumento del consumo di una dieta non sana e uno stile di vita sedentario, con il conseguente aumento del sovrappeso e dell´obesità, porteranno ad un ulteriore incremento dell´ipertensione (WHO 2002).Oltre il 95% dell´ipertensione è rappresentata da quella che viene definita ipertensione primaria o essenziale.I fattori di rischio dell´ipertensione essenziale comprendono fattori genetici, un elevato consumo di sale, grassi e alcool, la resistenza all´insulina e l´iperinsulinemia, lo stess psichico e l´inattività fisica.In alcuni studi epidemiologici, bassi livelli di attività fisica sono stati associati con un livello più elevato di pressione arteriosa e un rischio di circa il 30% maggiore di sviluppare ipertensione.La sindrome metabolica La sindrome metabolica rappresenta una costellazione di molteplici fattori di rischio di ipertensione, dislipidemia e diabete, che si uniscono tra loro e aumentano il rischio di diabete di tipo 2 , patologie cardiovascolari e morte precoce.Un individuo è considerato affetto da sindrome metabolica se sono presenti tre o più di questi fattori:ipertensione, glucosio ematico elevato,trigliceridi plasmatici elevati,colesterolo HDL basso e elevata circonferenza della vita.La sindrome è caratterizzata dalla resistenza all´insulina ed è nota anche come sindrome di resistenza all´insulina.La sindrome metabolica è un disturbo sempre più diffuso.Alla sua patogenesi contribuiscono molteplici fattori ma vi sono sicuramente coinvolti l´obesità, stile di vita sedentario uniti ad una dieta non sana e fattori genetici per lo più ancora sconosciuti.Il ruolo dell´obesità è chiaramente dimostrato dal dato che la sindrome metabolica era presente rispettivamente del 4,6%, nel 22,4% e del 59,6% dei maschi statunitensi di peso normale, in sovrappeso e obesi e lo stesso tipo di distribuzione è stato osservato nelle donne.L´inattività fisica è associata con un rischio notevolmente maggiore di sindrome metabolica.Il ruolo che svolge l´inattività fisica nella genesi della sindrome metabolica si rileva già nei giovani adulti come rapporto positivo tra ore di inattività,livello e numero dei fattori metabolici di rischio che costituiscono la sindrome .L´importanza dell´inattività fisica nella fisiopatologia della sindrome metabolica è dovuta al ruolo fondamentale del muscolo scheletrico nel metabolismo dei lipidi e dei carboidrati.Le malattie coronariche La cardiopatia coronarica o ischemia cardiaca è caratterizzata dalla graduale ostruzione delle arterie che nutrono il muscolo cardiaco, che provoca il graduale peggioramento della funzione di pompa del cuore.Nel mondo, la cardiopatia coronarica provoca ogni anno circa 7,2 milioni di decessi e oltre dieci milioni di attacchi cardiaci.L´elevata incidenza e la sempre maggior percentuale di malattia coronarica che si rileva in molti Paesi può essere attribuita in grande misura , a tre fattori : una dieta non sana , la mancanza di attività fisica e il fumo di tabacco.Il rischio di cardiopatia coronarica è dal 30 al 50% maggiore nei soggetti sedentari rispetto a coloro che svolgono una moderata attività fisica.La malattia cerebrovascolare (ictus) L,ictus è una patologia eterogenea che comprende l´ictus ischemico (circa il 75% dei casi), l´emorragia intracelebrale (circa il 15%) e l´emorragia subaracroidea (circa il 10%), che condividono solo in parte gli stessi fattori di rischio.Un ictus ischemico o trombotico è causato dalla formazione di un trombo (aterosclerosi) e presenta gli stessi fattori di rischio di una cardiopatia coronarica.Un ictus emorragico è un versamento di sangue e uno dei suoi maggiori fattori di rischio è l´ipertensione.L´ictus è la terza causa di mortalità nel mondo e provoca 5,5 milioni di decessi all´anno.Inoltre, è la causa principaledi invalidità nei Paesi sviluppati.Il ruolo dell´inattività fisica come fattore di rischio dell´ictus è dimostrato da numerose e ampie ricerche, che mostrano una significativa associazione negativa tra attività fisica e rischio di ictus, che è particolarmente visibile nelle ricerche di qualità più elevata.La stessa associazione negativa è stata osservata, anche, tra fitness aerobica e rischio di ictus.Attualmente vi sono prove sufficienti per includere l´inattività fisica tra i fattori di rischio dell´ictus .Un rischio dal 15 al 30% maggiore rispetto alla loro controparte di soggetti fisicamente attivi, è stato rilevato in soggetti inattivi di ambedue i sessi.La malattia vascolare periferica L´aterosclerosi può interessare anche le arterie periferiche, soprattutto quelle degli arti inferiori.In una parte di coloro che ne sono affetti , il minor afflusso di sangue causa dolori nei movimenti, specie nella deambulazione.Il dolore costringe la persona a interrompere momentaneamente la sua attività , per cui questa condizione è chiamata claudicatio intermittens.La diffusione dell´aterosclerosi delle arterie degli arti inferiori è elevata, riguarda circa il 20% della popolazione di età maggiore di 70 anni.Solo dal 15 al 40% di queste persone è affetta da claudicatio intermittens.I fattori di rischio di questa malattia sono gli stessi di quelli di altre forme di aterosclerosi, e, per esempio, la cardiopatia coronarica e la claudicatio intermittens spesso si presentano nella stessa persona.Esiste, però, solo un numero limitato di prove che l´inattività fisica comporti un maggior rischio di malattia vascolare periferica.L'attività fisica comunque è sicuro poter essere un ottimo strumento di prevenzione, influenzando l´afflusso di sangue e altri fattori in modo sufficiente da prevenire lo sviluppo di un´aterosclerosi ostruttiva.Il cancro Cancro è un termine generico per più di cento patologie, compresi i tumori maligni di varie parti del corpo.Esso è diventato una parte sempre più importante delle malattie in tutte le regioni del mondo provocando ogni anno, il 12,6%(7,1 milioni) del totale dei decessi .Si stima che il numero dei nuovi casi in un anno aumenterà dai 10 milioni attuali a 15 milioni nel 2020 (WHO 2002).Il cancro è prodotto, principalmente, dall´esposizione individuale a fattori cancerogeni contenuti in ciò che una persona mangia, beve o respira.Nello sviluppo della maggior parte dei tumori un ruolo determinante è svolto da abitudini personali, piuttosto che da fattori genetici.L´abuso del tabacco è il maggiore tra i singoli fattori che lo causano, e anche una dieta non sana , la mancanza di attività fisica e l´obesità sono importanti cause della sua elevata e crescente diffusione.Vi sono prove convincenti che l'inattività fisica sia associata ad un rischio dal 30% al 40% maggiore di tumore al colon , seno e prostata.Per spiegare questo rischio maggiore rischio nel quale incorono le persone sedentarie sono stati proposti vari meccanismi tutti plausibili quali il tempo maggiore di transito degli alimenti nell'intestino (tumore colon) la peggiore funzione immunitaria, gli effetti negativi sul peso corporeo e sugli ormoni metabolici e sessuali.Conclusioni Le persone fisicamente inattive hanno un rischio dal 20 al 30% maggiore di incorrere in mortalità per tutte le cause rispetto a coloro che seguono le linee guida attuali sul minimo necessario d'attività fisica (almeno 30 min di attività fisica d'intensità moderata per il maggior numero possibile di giorni settimanali).Nelle persone fisicamente attive la diminuzione del rischio aumenta linearmente con l'incremento del volume di attività.Se si confrontano persone con buona o elevata efficienza cardiovascolare con quello scarso delle persone inattive quest'ultime presentono un rischio 5 volte maggiore.World health report 2002 fornisce una stima globale del peso dell'inattività fisica in termini di mortalità che si basa su decessi provocati da patologie cardiocoronariche , ictus , tumori al seno , al colon e diabete di tipo 2, causi nel mondo 1,9 milioni di morti ogni anno.Nelle nazioni sviluppate o industrializzate la percentuale di decessi che possono essere attributi all'inattività fisica è vicino al 10% .